
Nella miseria del ciclismo italiano attuale, il fatto che abbiamo in mano un cronoman di livello assoluto รจ un fulmine a ciel sereno che squarci il grigiore dellโattuale per far presagire un futuro un poโ piรน luminoso.
Un cronoman, soprattutto se adatto ai crono prologhi, significa maglie rosa, rosse e gialle. Significa portare a casa risultati pesanti.
Adriano Malori ha vinto la cronometro conclusiva della
Tirreno-Adriatico 2014, mettendo in fila dietro di sรฉ Fabian Cancellara, Bradley Wiggins e Tony Martin, cioรจ il podio dellโultimo mondiale di specialitร a Firenze. Sinceramente, chi scrive รจ troppo giovane per avere il diretto ricordo di qualcosa di simile compiuto da un nostro connazionale. Occorre risalire al 1975 quando, nel prologo del Tour de France, lโastro nascente Francesco Moser mise in fila dietro di sรฉ la nobiltร ciclistica dellโepoca, da Merckx in poi. Lo stesso Moser, nel proseguo della carriera, non avrebbe mai piรน corso la Grande Boucle. Pertanto, le ulteriori grandi affermazioni contro il tempo sono state al Giro dโItalia, dove nel 1985 vinse il prologo di Saint Vincent e la tappa di Lucca, battendo il grande bretone Bernard Hinault, che avrebbe vinto quel Giro (e che, ad ogni buon conto, fece suo il round di Maddaloni).
Lโultimo corridore italiano in grado di dire la sua contro il tempo ad altissimo livello รจ stato Gianni Bugno, che dominรฒ il prologo di Bari e la crono scalata al sacro Monte di Varese nel Giro dโItalia del 1990 (a Cuneo, vinse il compianto Luca Gelfi). Al Giro del 1991, ove erano presenti Fignon e Lemond, comunque entrambi sul viale del tramonto, fece sua la crono di Langhirano. Da lรฌ in poi, il brianzolo trovo sulla sua strada un โmostroโ come Miguel Indurain che al Tour lo battรจ regolarmente e senza soluzione di continuitร . Bugno riuscรฌ a prevalere sul navarro โ nellโentusismo generale โ soltanto al Giro del 1994 nella cronometro di Follonica, comunque vinta da Evgeni Berzin. Vale la pena ricordare che nel 1993, nella cronometro elbana di Portoferraio, Miguelon fu sconfitto dallo stratosferico Maurizio Fondriest di quella primavera (sue la Tirreno-Adriatico, la Sanremo e la Freccia Vallone), ma sostanzialmente si trattรฒ di una casualitร . Le successive vittorie al Giro dei vari Bruseghin e Pinotti โ pur rilevantissime โ non sono mai avvenute al cospetto dei migliori del momento.

Pertanto, dopo decenni di piazzamenti di rincalzo, la svolta sembra essere prerogativa di questo ragazzo di Parma, che finora aveva lasciato appena intravedere il proprio, enorme talento. Passato professionista nella Lampre di Beppe Saronni, aveva ottenuto vittorie nelle corse minori, ma non aveva mai dato lโimpressione di essere ancora pronto a primeggiare ad altissimo livello. Si parlava anzi di una sua presunta debolezza verso torte e dolci, che gli avrebbe impedito di raggiungere il peso ottimale. Alla Tirreno-Adriatico del 2013, nella stessa tappa vinta questโanno, si era inchinato al solo Tony Martin, ma nel corso della stagione โ in particolare al Tour โ non erano giunte conferme. Quindi, ad inizio 2014, il cambio di casacca con il passaggio alla spagnola Movistar, che crede ciecamente nel ragazzo. A gennaio, in Argentina, ecco il primo riscontro della bontร del lavoro sinora svolto: vince la crono lasciandosi alla spalle lโamericano Taylor Phinney, uno che qualche risultato ai massimi livelli lโha giร ottenuto e considerato la nouvelle vague della specialitร . Il resto รจ storia recente ma โ si spera โ soprattutto storia futura.
Marco Bottai per
CiclismoNelCuore.com
Post Comment