Sprinter - Sunset Boulevard
di Marco Bottai
La Vuelta a Espana 2012 รจ andata in archivio domenica scorsa. Sul podio, il gotha del ciclismo spagnolo del primissimo scorcio di secolo: Alberto Contador, Alejandro Valverde e Joaquim Rodriguez, in ordine di gradino.
Eppure questo gran podio – posto a sigillo di una edizione molto bella della corsa – somiglia ad un congedo di questa generazione, e del pedale iberico in generale, dai grandi palcoscenici delle due ruote per almeno un lustro.
Il riferimento non รจ ai tanto ai singoli, quanto al movimento nel suo complesso. Basta scorrere la classifica, dove al primo posto, in maglia roja, si vede Alberto Contador. Compirร 30 anni a dicembre prossimo ed ha ancora diversi anni buoni di carriera davanti per incrementare il giร pingue bottino di corse a tappe vinte, dai grandi giri fino alle brevi corse a tappe. Al netto di quanto gli รจ stato tolto con la recente squalifica per il “caso clenbuterolo”, rimangono tre Tour de France, due Giri d’Italia e due Giri di Spagna, oltre a numerose brevi corse a tappe di prestigio. Piuttosto, il Contador visto in questi giorni non sembrava quello in versione maior visto – tanto per fare un esempio recente – al Giro 2011, ma una versione minor, vincente piรน per i demeriti di Rodriguez a Fuente Dรฉ che per meriti propri.
Alejandro Valverde (1980) non pareva all’altezza per tenere sulle tre settimane, invece ha sfoderato una prestazione di altissimo livello durante le tre settimane. Nella nuova stagione, perรฒ, le primavere saranno 33: ciรฒ non gli impedirร di portarsi a casa un’altra Liegi o un’altra Freccia Vallone, ma per le grandi corse a tappe difficilmente potrร fare di meglio.
Infine Rodriguez: classe 1979, ha perso la piรน grande occasione per vincere l’agognato grande giro (peraltro, con un percorso su misura per lui) e – va detto – anche nelle classiche trova solitamente qualcuno piรน forte.
Della vecchia generazione, Freire (1976) sembra ormai al crepuscolo (ferma restando l’attitudine alla zampata a sorpresa, occhio al Mondiale). Samuel Sanchez (1978), in questa stagione, ha portato a casa il Giro dei Paesi Baschi, ma sarร difficile andare oltre. Daniel Moreno (1981) รจ nient’altro che un solido gregario (con licenza di vincere), come anche Haimar Zubeldia (1977, senza licenza di vincere). Juanjo Cobo Acebo (1980) รจ indecifrabile.
Tra i piรน o meno giovani, Igor Anton (1983) ha evidenti limiti di tenuta e Benat Intxausti (1986) non ha fatto l’atteso salto di qualitร come, per adesso, neppure Jonathan Castroviejo (1987). ร interessante Jon Izagirre (1989), ma pare piรน a suo agio sul passo e su salite brevi che sulle lunghe ascese.
Se anche tra gli Under 23 ci fossero le nuove leve, occorrerร almeno un lustro perchรฉ possano puntare ai grandi traguardi.
La Vuelta a Espana 2012 รจ andata in archivio domenica scorsa. Sul podio, il gotha del ciclismo spagnolo del primissimo scorcio di secolo: Alberto Contador, Alejandro Valverde e Joaquim Rodriguez, in ordine di gradino.
Eppure questo gran podio – posto a sigillo di una edizione molto bella della corsa – somiglia ad un congedo di questa generazione, e del pedale iberico in generale, dai grandi palcoscenici delle due ruote per almeno un lustro.
Il riferimento non รจ ai tanto ai singoli, quanto al movimento nel suo complesso. Basta scorrere la classifica, dove al primo posto, in maglia roja, si vede Alberto Contador. Compirร 30 anni a dicembre prossimo ed ha ancora diversi anni buoni di carriera davanti per incrementare il giร pingue bottino di corse a tappe vinte, dai grandi giri fino alle brevi corse a tappe. Al netto di quanto gli รจ stato tolto con la recente squalifica per il “caso clenbuterolo”, rimangono tre Tour de France, due Giri d’Italia e due Giri di Spagna, oltre a numerose brevi corse a tappe di prestigio. Piuttosto, il Contador visto in questi giorni non sembrava quello in versione maior visto – tanto per fare un esempio recente – al Giro 2011, ma una versione minor, vincente piรน per i demeriti di Rodriguez a Fuente Dรฉ che per meriti propri.
Alejandro Valverde (1980) non pareva all’altezza per tenere sulle tre settimane, invece ha sfoderato una prestazione di altissimo livello durante le tre settimane. Nella nuova stagione, perรฒ, le primavere saranno 33: ciรฒ non gli impedirร di portarsi a casa un’altra Liegi o un’altra Freccia Vallone, ma per le grandi corse a tappe difficilmente potrร fare di meglio.
Infine Rodriguez: classe 1979, ha perso la piรน grande occasione per vincere l’agognato grande giro (peraltro, con un percorso su misura per lui) e – va detto – anche nelle classiche trova solitamente qualcuno piรน forte.
Della vecchia generazione, Freire (1976) sembra ormai al crepuscolo (ferma restando l’attitudine alla zampata a sorpresa, occhio al Mondiale). Samuel Sanchez (1978), in questa stagione, ha portato a casa il Giro dei Paesi Baschi, ma sarร difficile andare oltre. Daniel Moreno (1981) รจ nient’altro che un solido gregario (con licenza di vincere), come anche Haimar Zubeldia (1977, senza licenza di vincere). Juanjo Cobo Acebo (1980) รจ indecifrabile.
Se anche tra gli Under 23 ci fossero le nuove leve, occorrerร almeno un lustro perchรฉ possano puntare ai grandi traguardi.
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